Pioggia e paesaggi alle Gole di Tiberio a giugno


Pioggia e paesaggi alle Gole di Tiberio a giugno

Lo scrittore di aforismi Fabrizio Caramagna sostiene che «se la osservi bene, la pioggia estiva non bagna… colora il mondo». In effetti, non gli si può dar tanto torto. L’ecosistema ambientale delle Gole di Tiberio, fiore all’occhiello dei siti geologici riconosciuti dall’UNESCO in Sicilia, dopo le incalzanti piogge degli scorsi giorni, ha assunto un aspetto in questo periodo del tutto nuovo e inaspettato; e non solo riguardo i colori, quindi, ma anche per le alterazioni paesaggistiche offerte. Il fiume Pollina, infatti, dalle caratteristiche prettamente torrentizie, continua lentamente le sue attività carsiche all’interno del piccolo canyon con un impeto ben più intenso rispetto alla media stagionale. Il suo livello, dopo la piena durata qualche ora, si è alzato di circa un metro e le sue acque si sono tinte di quella ordinaria scurezza tipica dei corsi acquatici, arrivando sino alla foce, il Mar Tirreno. L’habitat celestiale post primaverile sembra essere stato coinvolto al punto da pensare, invero, che se non fosse per le rocce presenti sul letto di esso, la corrente del fiume non avrebbe generato suono alcuno. Molti nidi – a pelo d’acqua – di piccione sono stati impetuosamente spazzati via, divenendo nutrimento per le anguille; anche i rami, trascinati dal canale e depositati nella Gola, è come se avessero “colmato” parte di vuoto presente al loro interno; persino le “piccole gole”, incantevole zona balneabile, sono state irrorate di una nuova caratura. Certo è che, durante l’attesa dello svogliato ristabilimento delle acque, il visitatore avrà di sicuro avuto modo di contemplare sia il senso sinestetico offerto dalla natura stessa sia, soprattutto, la consapevolezza che, proprio come il fiume, “tutto scorre”: il tempo, le consuetudini, la vita stessa. Questo inestricabile senso di percezione dato dalle Gole di Tiberio susciterà, d’ora in poi, emozioni differenti e sfaccettature di pensiero mutevoli sull’esistenza medesima, nel pieno rispetto del rapporto simbiotico che si instaura istintivamente tra uomo e natura.

Rosario Vecchio